Il Festival degli Aquiloni | Project India
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Il Festival degli Aquiloni

Far volare aquiloni, è un divertimento per i bambini di tutto il mondo, ma in India, Patang baazi, è un’attività culturale, più vicina all’arte che al gioco.

Vi sono date tradizionali durante le quali buona parte della popolazione del nord dell’India è impegnata in questa attività, e i cieli delle città si riempiono di migliaia di patang colorati, mentre su ogni tetto le famiglie seguono trepidanti i combattimenti tra gli stessi. Le autorità si affannano a lanciare moniti televisivi per prevenire le cadute accidentali durante Makar Sankranti, Vasant Panchami e Raksha Bandhan, le festività maggiormente collegate con gli aquiloni in Rajasthan, Gujarat e Punjab. Anche a New Delhi ne volano migliaia per celebrare il giorno dell’Indipendenza indiana.

Il festival di Ahmedabad in Gujarat

Il Gujarat è senza dubbio lo Stato ove gli aquiloni sono più popolari e il Kites Festival di Ahmedabad, a Makar Sankranti, richiama ormai partecipanti da tutto il mondo. Si tiene in occasione della festa del raccolto ed è uno dei festival principali del mondo induista, e si celebra il 14 e 15 gennaio. Tale data rappresenta l’inizio della primavera.

Nello stato federale indiano del Gujarat, nell’India nord-occidentale, questa occasione è celebrata con una variante particolare chiamata Uttarayan: il festival degli aquiloni. In queste giornate il cielo si riempie e si colora di migliaia di aquiloni. Le terrazze degli edifici sono gremite di gente radunata per competere con i vicini.

Viene allestita una sorta di fiera in una grande area, con l’ingresso gratuito, dove è possibile trovare diverse bancarelle con dolciumi, bevande, giochi per bambini e naturalmente gli aquiloni.

La battaglia

Chiunque può iscriversi, ed infatti numerosi sono i partecipanti di altre nazionalità, e gli spettatori possono assistere ad un combattimento dove un solo un aquilone trionferà. La competizione prevede che i partecipanti utilizzino il filo del proprio aquilone per tagliare quello degli avversari.

L’aquilone da combattimento normalmente è più piccolo rispetto ad un aquilone normale, ma la sua particolarità risiede nel filo che viene appositamente ricoperto con una pasta chiamata Manhja. Questa mistura è tenuta segreta dai professionisti, ma dovrebbe essere a base di uova, amido di riso, colla, polvere di vetro e coloranti che rendono la fibra resistente e tagliente allo stesso tempo.

Nel groviglio che si crea tra i fili taglienti che s’incrociano, é l’abilità del pilota a fare la differenza. Per la maggior parte dei casi i giochi durano soltanto qualche secondo. Solo gli esperti campioni rimangono molte ore in volo, contrastando ogni attacco. Un combattimento tra rivali senza volto: il numero degli aquiloni in aria impedisce di identificare il pilota che si affronta, probabilmente anche lui appollaiato su un tetto a qualche centinaio di metri nei dintorni. Al termine della battaglia c’è la corsa degli spettatori per recuperare l’aquilone dal filo tagliato, sconfitto.
Per far fronte al consumo sfrenato d’aquiloni durante le festività, i fabbricanti iniziano a costruire i loro stocks molti mesi prima.

Lungo le strade si vedono numerose matasse di filo colorato che andranno a formare i rocchetti e aquiloni in ogni dove. Ultimamente purtroppo sono in crisi: la concorrenza cinese si è fatta agguerrita e propone modelli moderni e di materiale sintetico. La secolare arte a base di bambù e carta perde terreno e c’è persino chi chiede alle Autorità di porre dazi contro gli aquiloni cinesi.

L’origine degli aquiloni

l’origine degli aquiloni è sconosciuta, tuttavia le uniche fonti certe testimoniano l’uso di questi oggetti in Cina in epoca anteriore all’inizio dell’era cristiana. E’ ragionevole pensare che siano dunque approdati in India, attraverso la via della seta e della predicazione buddhista, in epoca analoga. Si crede che gli aquiloni venissero impiegati per recapitare messaggi e per misurare le distanze in tempo di guerra. Tutt’ora vengono utilizzati per far giungere bigliettini alle innamorate… Fu un tema classico delle miniature di epoca Moghul.

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