
18 Nov Ayisha Manzil Homestay in Tellicherry
Situato a Tellicherry l’Ayisha Manzil Heritage Home è una splendida villa coloniale in stile Malabari, che domina la collina sottostante da oltre 145 anni, tra palme da cocco, e alberi tropicali affacciata sul mare Arabo.
L’architettura in stile britannico riflette la vita di un’epoca passata. Le sei camere infatti sono arredate con letti in legno massiccio di mogano intarsiato, armadi imponenti , antichi scrittoi e poltrone e divani d’epoca. Impreziosita con vari cimeli di famiglia quali l’argenteria, le porcellane, i quadri , orologi rarissimi, strumenti musicali e i soprammobili, l’intera casa può considerarsi un mini museo.
La storia
Questa casa fu costruita nel 1862 da un inglese chiamato Carmae Brown, un ricco commerciante della Compagnia delle indie orientali. Famoso per aver introdotto nel English teatime il suo dolce preferito in India, infatti, il primo dolce è stato cotto in una panetteria locale a Tellicherry.
La famiglia
T. M. Moosa, un commerciante locale, comprò questa proprietà nel 1900. La famiglia Moosa chiamò questa casa Ayisha Manzil a partire dalla nonna della attuale proprietaria. Oggi il nipote C. P. Moosa e sua moglie Faiza si prendono cura amorevolmente dei propri ospiti personalmente, custodi di antiche tradizioni faranno rivivere l’India degli antichi fasti.
Faisa è una degli Chef più famosi dell’India. Lei è stata selezionata dalla importante catena di alberghi di lusso indiana ITC e dalla Sofitel come sovraintendente per la cucina indiana del sud, per creare i menu ed istruire gli chef.
Le attività
Un pranzo o una cena in questa villa piena di fascino cucinata dalle sapienti mani di Faisa è una esperienza unica e indimenticabile. L’ampia gamma di specialità ittiche a base di frutti di mare freschi in stile tradizionale musulmano, pollame e variazioni di carne e biryani aromatici stuzzicheranno le papille gustative dei suoi fortunati ospiti. Inoltre se richiesto per tempo è addirittura possibile organizzare una lezione di cucina indiana, non si potrebbe desiderare insegnate migliore..
Diverse sono le attività che si possono fare soggiornando in questa villa. La spiaggia vergine e selvaggia si trova a 5 km, ma la villa è dotata comunque di piscina e un’area verde con alberi secolari e vista mare.
I dintorni
Nelle vicinanze, ma comunque raggiungibili in auto, si possono visitare un forte inglese risalente al 1705, la Moschea Odathil ( visitabile esternamente), e la residenza del Dr. Herman Gundert, un studioso tedesco di Stoccarda che venne a stabilirsi qui nel 1836 con il missionario di Basilea. Scrisse il primo Malayalam. Il dizionario in inglese della lingua dello Stato del Kerala, inoltre ha fondato una scuola vicino alla sua dimora,, che è una delle più antiche scuole del paese.















è inoltre la patria delle famose arti marziali KALARIPAYATTU. Su vostra richiesta i proprietari vi daranno tutte le indicazioni per assistere ad una performance o di un autentico spettacolo della tipica e drammatica danza THEYYAM.
A 20 km da Tellicherry in Kannur è possibile visitare una fabbrica di tessuti. Non si tratta di una delle tante visite ai turistici negozi che vogliono vendervi qualcosa. Si tratta di una vera fabbrica dove 300 persone, in prevalenza donne, lavorano alacremente su antichi telai in legno.
Già appena arrivati dal di fuori si sente un forte e incessante rumore candente, entrando impressiona l’immensa distesa di lavoratori all’opera, che timidamente sorridono senza smettere mai di lavorare. Entro sera ognuno di loro dovrà aver prodotto almeno 5 metri di tessuto, che verrà venduto per poche rupie al metro. Miglia di fili devono essere annodati con un ordine preciso, calcando dei pedali, spostando aste e lanciando su delle rotaie dei rocchetti di filo di diverso colore. Un lavoro di precisione che richieste molta concentrazione, ma anche velocità, ed esperienza. Una visita veramente molto toccante.
Se non avete mai sentito parlare di Tellicherry ora avete molti validi motivi per includerla nel vostro prossimo viaggio nel sud dell’India.
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